lunedì 22 dicembre 2008
Istat, l'11% delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà di Claudio Tucci.
Nel 2007, in Italia, vivono 2 milioni e 653mila famiglie in condizioni di povertà relativa. Si tratta dell'11,1% del totale delle famiglie residenti che, presto, potrebbero crescere di un ulteriore 8% di nuclei "a rischio", con consumi, cioè, prossimi o superiori di appena il 10% alla soglia standard di povertà. Che per una famiglia di 2 persone equivale a 986,35 euro di spesa media mensile (in aumento dell'1,6% rispetto alla linea del 2006). Complessivamente, nel nostro Paese, esistono 7 milioni e 542mila italiani poveri, il 12,8% dell'intera popolazione. Situazione peggiore nel Sud, dove l'incidenza della povertà relativa è 4 volte superiore alla media nazionale e tra le famiglie più numerose, in particolare, con 3 o più figli, soprattutto, minorenni. A rivelarlo è l'annuale indagine dell'Istat sulla povertà relativa in Italia, condotta su un campione di 28mila famiglie, presentata, a Roma, nella sede dell'istituto, che evidenzia una sostanziale stabilità, tra il 2006 e il 2007, dell'incidenza della povertà relativa delle famiglie italiane, ancora fortemente associata a scarsi livelli d'istruzione e all'assenza del posto di lavoro.
Segmento emergente della povertà italiana sono, poi, i profili professionali bassi (i cosiddetti working poor) e tra le donne, spicca il peggioramento di condizione delle signore anziane sole e delle donne separate con i figli a carico. «In Italia - spiega Linda Laura Sabbadini, dirigente di ricerca dell'Istat - c'è un serio problema di povertà dei minori che non è conosciuto nel resto d'Europa». Sabbadini annuncia, poi, come l'Istat stia ultimando un indicatore della povertà assoluta, che andrà indietro, anche, di 2/3 anni, da affiancare a quello relativo, per poter così fotografare, nel complesso, il fenomeno povertà nel nostro Paese.
Dalla ricerca emerge, poi, come oltre un quinto delle famiglie con 5 o più componenti si trovino in condizione di povertà relativa. Una percentuale che sale a un terzo nel Mezzogiorno. Ma, anche, la difficoltà a trovare lavoro o un'occupazione qualificata determina livelli di povertà più elevati. In generale, spiegano dall'Istituto, le famiglie con componenti occupati presentano incidenze di povertà più contenute, ma se all'interno del nucleo vi sono persone in cerca di occupazione, il disagio assume una forte rilevanza: ben il 19,9% di queste famiglie, per lo più coppie con 2 e 3 figli, vivono in condizioni di povertà.
Sostanzialmente, negli ultimi 5 anni, l'incidenza di povertà in Italia è rimasta stabile, anche se, spiegano dall'Istat, tra chiari e scuri. Un peggioramento si assiste tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano una bassa diffusione del fenomeno povertà, soprattutto, famiglie di 3 componenti e con persone anziane a carico. Colpa, soprattutto, del caro vita e della forte crisi dei consumi registrata in questi ultimi tempi. Anche se, spiegano dall'Istat, il fenomeno ha interessato non solo i poveri, ma tutti i segmenti della popolazione e, quindi, la povertà relativa è rimasta pressocché identica. Segnali di miglioramenti, invece, si osservano tra le famiglie di monogenitori e tra le famiglie con a capo un lavoratore autonomo, specialmente, se in proprio. Tra le note migliori, spicca il deciso miglioramento, nel Mezzogiorno, tra le famiglie con 5 o più componenti, in particolare, coppie con 3 o più figli e con 3 o più figli minori. Ma è un aumento, sottolineano dall'Istat, dovuto, probabilmente, agli interventi a sostengo dei figli disposti in questi anni, come sgravi fiscali, detrazioni e assegno al terzo figlio. Insomma, nel Sud la povertà resta forte e si tratta di un fatto dai connotati sempre più gravi.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/11/istat-poverta.shtml?uuid=6c1281d0-aa64-11dd-9c6a-39fa5cb05797&DocRulesView=Libero
La povertà relativa in Italia
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20081104_00/
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