mercoledì 31 dicembre 2008

Benvenuti in FUSS!



Free Upgrade Southtyrol's Schools (FUSS) è un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo che ha aggiornato i sistemi informatici di tutte le scuole italiane della Provincia Autonoma di Bolzano, sostituendo i software con licenza proprietaria utilizzati nell'attivita' didattica con la distribuzione GNU/Linux FUSS Soledad, sviluppata all'interno del progetto e rilasciata con licenza libera.

L'idea di fondo del progetto è pensare l'informatica come strumento trasversale per l'insegnamento e non solo come disciplina specifica o come semplice addestramento all'utilizzo di alcuni pacchetti software, fornendo in questo modo un valido supporto alla didattica.

In conformità a questa scelta distribuiamo a studenti, docenti e famiglie il software utilizzato a scuola, favorendo in questo modo una cultura informatica basata sulla condivisione e la diffusione delle conoscenze.
http://www.fuss.bz.it/

Linux@School.


Il Progetto Linux@School realizzato in collaborazione con il MIUR e con il Politecnico di Milano si propone l'obiettivo di diffondere la conoscenza riguardo al mondo del Software Libero nella scuola con particolare riferimento al sistema operativo Linux.

Il progetto prevede l'implementazione di un insieme di strumenti tecnologici e di servizio basato su piattaforme per l'apprendimento a distanza e sulla disponibilità di accesso remoto a sistemi Linux complessi in modo da permettere esercitazioni e sperimentazioni guidate.


ATTORI

* 21 Istituti superiori partecipanti al progetto pilota
* Fondazione IBM – coordinamento complessivo del progetto
* MIUR – coordinamento didattico e organizzativo
* IBM Italia – fornitura tecnologie e servizi
* Politecnico di Milano – Monitoraggio e Tutoring


OBIETTIVI

* diffondere negli Istituti Scolastici la conoscenza sul mondo Opensource e dell'ambiente Linux;
* offrire a studenti e docenti l'opportunità di eseguire test e attività sperimentali, costruire contenuti didattici e, più in generale, contribuire al miglioramento dei processi di insegnamento;
* promuovere all'interno della scuola lo studio, lo sviluppo e la documentazione di soluzioni che favoriscano la nascita di comunità virtuali;
* permettere la sperimentazione di una modalità flessibile ed economica di accesso remoto a sistemi e servizi informatici.


ISTITUTI PARTECIPANTI

* ITIS A. MONACO - COSENZA
* IPSIA G. FERRARIS - S. MARIA DI CATANZARO (CZ)
* ITIS GIORDANI - NAPOLI
* ITIS O. BELLUZZI - BOLOGNA
* ITIS A. MALIGNANI - UDINE
* ITC E. TOSI - BUSTO ARSIZIO(VA)
* LICEO SCIENTIFICO STATALE A. TOSI - BUSTO ARSIZIO (VA)
* IPSCT P.SRAFFA - CREMA (CR)
* IIS SOBRERO - CASALE MONFERRATO (AL)
* ITIS G. VALLAURI - FOSSANO (CN)
* ITIS G. FAUSER NOVARA
* ITIS OMAR - NOVARA
* ITIS E. MAJORANA - GRUGLIASCO (TO)
* ITC C. VIVANTE - BARI
* ITC ROMANAZZI - BARI
* IPSIA A. MEUCCI - CAGLIARI
* IPSIA E. MEDI - PALERMO
* IPSACT G. MATTEOTTI - PISA
* IPSS A. CASAGRANDE - TERNI
* IIS C. ANTI - Villafranca di VERONA (VR)
* ITS ZUCCANTE - MESTRE (VE)
http://www.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/linux.shtml

Ora anche riviste on line su Google.


http://books.google.com/books?hl=en

Scuola/ Cittadinanzattiva intitola premio sicurezza Vito Scafidi.


Roma, 30 dic. (Apcom) - La terza edizione del premio di Cittadinanzattiva sulle 'buone pratiche di educazione alla sicurezza e alla salute' è stata dedicata a Vito Scafidi, al diciassettenne morto lo scorso 22 novembre nel crollo del soffitto dell'aula del liceo Darwin di Rivoli da lui frequentato.
A comunicarlo è la stessa associazione che per l'occasione ricorda come "la recente tragedia di Rivoli e la difficile situazione in cui versano più della metà degli edifici scolastici" ha "rafforzato la determinazione delle scuole, dei cittadini e delle associazioni affinché la situazione cambi radicalmente" e nello stesso tempo "espresso la volontà di far conoscere quanto di positivo, in termini di sviluppo della 'cultura della sicurezza' si stia già facendo, soprattutto in ambito scolastico".
"In questo 'solco' - continua Cittadinanzattiva - si inserisce il premio rivolto alle scuole di ogni ordine e grado". Potranno concorrere le scuole che invieranno progetti - realizzati nell'a.s. 2007/08 o nell'anno in corso o che si protraggano - riguardanti tre definite aree tematiche: la prima è la 'sicurezza a scuola', intesa come sicurezza strutturale, educazione ai comportamenti corretti da tenere in caso di emergenza (calamità naturali, incendio, ecc.).
La seconda è rappresentata dall''educazione al benessere', intesa come educazione ad una alimentazione corretta, ad attività motorie e sportive adeguate, all'assunzione di stili di vita sani. Cittadinanzattiva dedica, infine, il terzo tema alla 'sicurezza a scuola e dintorni': un'area che andrà a sondare la qualità dell'ambiente, la sicurezza degli alunni dentro e fuori della scuola, la prevenzione del bullismo, del vandalismo, dell'uso di droghe e alcol, fino all'utilizzo improprio delle nuove tecnologie.
I progetti dovranno essere espressione di un lavoro collettivo (gruppo di studenti, classe, più istituti) e non esclusivamente individuale; prevedere il coinvolgimento attivo di alunni e docenti ed, eventualmente di altri soggetti interni o esterni alla scuola (ad esempio genitori, associazioni, enti locali, aziende private).
Dei progetti dovrà essere possibile misurare l'impatto (quante persone coinvolte, per quanto tempo, in orario scolastico o extra, visibilità o meno sui media); i cambiamenti prodotti; il tasso di innovatività (capacità di produrre soluzioni nuove e creative nell'ambito della tutela della difesa della salute e della sicurezza per il singolo ragazzo, della qualità di vita all'interno della struttura scolastica, ecc.).
Determinanti, ai fini della valutazione dei progetti presentati, anche il livello di sostenibilità (con quali risorse umane e finanziarie, se si è riuscito a coinvolgere soggetti esterni, come ad esempio imprese private) e la riproducibilità, intesa come possibilità di trasferire e applicare quelle stesse soluzioni in luoghi e situazioni diversi.
I materiali dovranno essere inviati dagli istituti scolastici direttamente alla sede romana di Cittadinanzattiva entro il prossimo 20 febbraio.



http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/2008/12_dicembre/30/scuola_cittadinanzattiva_intitola_premio_sicurezza_vito_scafidi,17400377.html

Modulo di partecipazione;
http://www.cittadinanzattiva.it/files/scuola/Bando%20III%20ed.premio%20sicurezza.pdf

lunedì 29 dicembre 2008

Un progetto europeo per fare scienza con oggetti di uso quotidiano.




http://www.xperimania.net/ww/it/pub/xperimania/homepage.htm

TryScience.org.

TryScience.org rappresenta la porta di accesso per provare il fascino della scienza e della tecnologia contemporanea interagendo in linea e fuori linea con centri scientifici e tecnologici di tutto il mondo. Il mondo della scienza è emozionante, ed è aperto a tutti! Ecco perchè TryScience e oltre 400 centri delle scienze in tutto il mondo invitano anche Voi a esplorare, scoprire e comprendere la scienza.

TryScience nasce da una collaborazione tra la IBM Corporation, il NYHOS (New York Hall of Science), la ASTC (Association of Science-Technology Centers) e centri delle scienze di tutto il mondo.

Nuovi contenuti interattivi vengono periodicamente aggiunti alle seguenti aree:

Avventura: Esperienza interattiva tematica
Esperimenti: Attività manuali (fuori linea) con un componente in linea
Esplorazioni: Funzioni interattive, oltre a un programma per la localizzazione dei centri delle scienze
Sei curioso?: Brevi attività e domande basate su argomenti all'ordine del giorno, oltre a collegamenti consiti correlati
Immagini in diretta: Immagini dal vivo mediante webcam situate in centri scientifici e tecnologici di tutto il mondo

La visita frequente e l'esplorazione dei centri scientifici contribuisce allo sviluppo del nostro sito!

http://www.tryscience.org/it/whatstryscience.html

,

European Shared Treasure.

http://est.indire.it/

Videoteca I.N.D,I.R.E.

http://www.indire.it/galleria/videoteca/

sabato 27 dicembre 2008

Traduttore.


http://www.frengly.com/


http://frengly.com/images/logo.gif

mercoledì 24 dicembre 2008

Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Pieno

CESP
Centro Studii per lla Scuolla Pubblliica
PADOVA
via Cavallotti 2 – Padova . tel.049692171 -
fax.0498824273
email: info@cesp-pd.it - www.cesp-pd.it
e
Comitato GENITORI e INSEGNANTI
per LA SCUOLA PUBBLICA dii PADOVA
comitato.nogelmini@gmail.com
http://comitatoscuolapubblica.wordpress.com
Consigli per chiedere
(e possibilmente ottenere)
nuove sezioni di Tempo Pieno, Tempo
lungo e Tempo Normale (30 ore)
nell’Era della Gelmini
Con il prezioso aiuto del
COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA
DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO
c/o Cesp Bo via San Carlo, 42 Bologna - tel-fax 051.241336
cespbo@iperbole.bologna.it Tutti i materiali su www.cespbo.it
Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze
di cui all’art. 64 del decr. legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n.133
Nella scuolla dellll’’iinfanziia l’orario obbligatorio delle attività educative, nell’ottica di una progressiva
generalizzazione e tenendo conto delle diversificate esigenze rappresentate dalle famiglie, si svolge
anche solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unità di personale docente per
sezione e riorganizzando il più possibile il funzionamento delle sezioni di una medesima scuola sulla
base di tali opzioni.
Nella scuolla priimariia va privilegiata ai sensi del decreto legge 1 settembre 2008, n. 137, l’attivazione
di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali.
Tale modello didattico e organizzativo, infatti, appare più funzionale “all’innalzamento” degli obiettivi di
apprendimento, con particolare riguardo all’acquisizione dei saperi di base, favorisce l’unitarietà
dell’insegnamento soprattutto nelle classi iniziali, rappresenta un elemento di rinforzo del rapporto
educativo tra docente e alunno, semplifica e valorizza la relazione fra scuola e famiglia. Nell’arco di vita
intercorrente dai sei ai dieci anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento con cui l’alunno
possa avere un rapporto continuo e diretto.
Le economie derivanti da tale modello didattico, allo stato non quantificabili, consentono di
ottenere ulteriori risorse che potranno ridurre l’incidenza degli altri interventi. Resta comunque aperta
la possibilità di una più ampia articolazione del tempo scuola, tenuto conto della domanda delle
famiglie e delllla dotaziione organiica assegnata alllle scuolle, nel rispetto dell’autonomia delle stesse.
Le relative opzioni organizzative possibili sono le seguenti:
- la prima (27 ore), corrispondente all’orario di insegnamento di cui al decreto legislativo
59/2004, con esclusione delle attività opzionali facoltative;
- la seconda (30 ore) comprensiva dell’orario opzionale facoltativo e con l’introduzione del
maestro prevalente; quest’ultimo nei limiti dell’organico assegnato, integrabile con le risorse
disponibili presso le scuole.
Potrà altresì aversi, ai sensi del decreto legislativo 59/2004, una estensione delle ore di lezione pari
ad un massimo di 10 ore settimanali, comprensive della mensa.
L’insegnamento della lingua inglese è affidato ad un insegnante di classe opportunamente
specializzato. Si dovrà prevedere, pertanto, un piano di formazione linguistica obbligatoria della
durata di 150/200 ore attraverso l’utilizzo, come formatori, di docenti specializzati e di docenti di
lingua della scuola secondaria di I grado. I docenti in tal modo formati, saranno preferibilmente
impiegati, già dall’anno scolastico 2009/2010, nelle prime due classi della scuola primaria e
saranno assistiti da interventi periodici di formazione.
Dobbiamo proprio perdere tutto questo?
Proposte ed iniziative per una risposta articolata
CESP
Centro Studii per lla Scuolla Pubblliica –– PADOVA
via Cavallotti 2 – Padova . tel.049692171 - fax.0498824273
email: info@cesp-pd.it - www.cesp-pd.it
Consigli per chiedere (e possibilmente ottenere)
nuove sezioni di Tempo Pieno, Tempo lungo e
Tempo Normale (30 ore) nell’Era della Gelmini
Alcuni suggerimenti per i genitori e gli
insegnanti che vogliono intraprendere il
percorso per attivare nuove sezioni a
Tempo Pieno, Tempo Lungo o Tempo
normale (30 ore)
In questi giorni molti di voi ci hanno chiesto come si potrebbe intervenire nei
confronti delle modifiche che la Legge 169 ha introdotto nelle scuole dell’infanzia,
elementari e medie, soprattutto nei confronti della riduzione dell’orario di servizio
che viene proposta in tutti gli ordini.
Questo opuscolo cerca di fornirvi una prima possibilità di risposta, vincolata alle
norme legislative ora vigenti.
Consideratelo un “work in progress”, nel senso che potrà subire degli aggiornamenti
(che tempestivamente vi comunicheremo) nel caso in cui qualcuno dei riferimenti
normativi (che abbiamo raccolto sotto forma di appendice in coda al volume)
cambiasse in concomitanza con l’emanazione di nuovi regolamenti applicativi.
In questa situazione nella quale il ministro Gelmini sta tentando di tagliare 132.000
posti di lavoro nei prossimi tre anni, pensare di iniziare una campagna per aiutare i
genitori a richiedere ed ottenere nuove sezioni a Tempo Pieno, Tempo normale (30
ore) e Tempo lungo nella scuola elementare o dell’infanzia sembra velleitario.
Eppure il bisogno e la determinazione dei genitori e degli insegnanti possono realizzare
quello che le scelte politiche non intendono concedere esplicitamente. E poi, non l’ha
dichiarato Berlusconi che noi contestatori della “riforma” eravamo solo dei visionari e
che “l’intento del governo era quello di aumentare il Tempo Pieno del 50% e comunque
di tenere conto nei regolamenti delle esigenze, correlate alle domande delle famiglie,
di una più ampia articolazione del tempo scuola”? Bene, ora li mettiamo alla prova.
Vediamo ora l’iter,
tenendo presente che è
sostanzialmente lo stesso sia per
la richiesta di Tempo normale alla
scuola dell’infanzia (40 ore), sia
per la richiesta di tempi diversi
dalle 24 ore nella scuola
elementare
Prima di tutto teniamo presente che le richieste per queste tipologie di Tempo
Scolastico sono collettive e pubbliche, e che più sono numerosi i soggetti che vengono
coinvolti e contattati esplicitamente in questa richiesta, più aumentano le possibilità
di successo non solo per i richiedenti ma anche per altri gruppi di genitori nelle stesse
condizioni.
Il modello scolastico muta in risposta a due richieste: quelle di genitori e quelle di
insegnanti.
Le richieste degli insegnanti vengono discusse e deliberate in Collegio Docenti che è
l’organo che delibera in materia di didattica.
Il Consiglio di Circolo/Istituto, poi, deve decidere con delibera il mutamento di
modello scolastico o l’offerta della nuova classe 1^ con il tempo proposto.
Le richieste dei genitori dovrebbero trovare ascolto attraverso il Consiglio di
Circolo/Istituto e nel momento delle iscrizioni.
Quindi per mutare modello didattico delle classi (e a maggior ragione delle classi
prime) occorre il consenso degli insegnanti e il gradimento dei genitori. Quando queste
due istanze propongono insieme l’attivazione dei Tempi proposti ai relativi organi
collegiali non dovrebbero sussistere problemi. Ma quando la proposta parte solo dai
genitori è necessario attivarsi presto, affinché venga recepita dal dirigente, che la
inoltri agli organi collegiali e che poi predisponga modelli di iscrizione adatti a
verificare tale bisogno. Inoltre il dirigente deve verificare le condizioni logistiche con
l’assessorato locale per la predisposizione dell’ eventuale mensa (questo per il Tempo
Pieno e Lungo).
Per questa prima fase di richiesta abbiamo messo a punto un modello di Richiesta di
apertura di una nuova sezione (in calce a questo documento) con cui i genitori
chiedono ufficialmente e collettivamente l’attivazione della nuova sezione a tutti i
soggetti istituzionali coinvolti.
Spesso i dirigenti non si pongono con atteggiamento di ascolto rispetto a queste
esigenze e quindi i gruppi di docenti o di genitori che vogliono proporre i Tempi diversi
dalle 24 ore (cioè il tempo previsto con l’introduzione del cosiddetto “maestro unico”)
devono contare sulle loro forze.
Il Collegio Docenti può discutere e votare sui modelli didattici quando sia incluso tale
tema all’ordine del giorno, sennò può chiedere che venga messo all’ordine del giorno
con la raccolta di 1/3 delle firme dei componenti del collegio.
I genitori possono agire sia attraverso i propri rappresentanti nel Consiglio di
Circolo/Istituto, sia chiedendo incontri con il dirigente scolastico, sia raccogliendo e
rendendo pubbliche istanze firmate da gruppi di genitori.
Ricordiamo comunque che è il Consiglio di Circolo/Istituto l’organo decisionale per
la formazione o la riconferma di una classe con Tempi diversi dalle 24 ore o per
il cambiamento di modello scolastico (e non il dirigente che è soltanto un membro
del consiglio e non ha in questo caso poteri decisionali).
Il Consiglio esamina le proposte del Collegio, le approva o, a seconda dei casi, le
modifica o le rigetta.
Il Consiglio può deliberare con piena legittimità anche in assenza di una proposta
del Collegio Docenti; è però consigliabile che la delibera sia in linea con i criteri
contenuti nel piano dell’offerta formativa (P.O.F); ovviamente questo vale per nuove
tipologie di Tempi rispetto ai vecchi già adottati per gli anni precedenti: questi ultimi,
salvo precedenti errori procedurali, dovrebbero già esserlo!!!
Solitamente le istanze firmate da gruppi di genitori hanno peso maggiore se sono rese
pubbliche e indirizzate a tutti i soggetti in qualche modo coinvolti (Dirigente,
Presidente del Consiglio di Istituto, Assessore, Dirigente dell’Ufficio Scolastico
Provinciale, Ufficio Scolastico Regionale).
Inoltre la pubblicità viene assicurata dagli
organi di informazione (ogni presentazione
di istanze andrebbe resa anche pubblica
con conferenze stampa) e dalla
circolazione autogestita dell’informazione
(volantini dati agli altri genitori oppure
affissi fuori dalle scuole, banchetti,
comunicazioni fatte circolare sui siti amici
come questo da cui avete scaricato queste
informazioni).
Fare presto questi passi potrebbe portare - nel caso della buona volontà delle
controparti - all'approvazione del nuovo modello di classe a Tempo Pieno, Tempo
normale (30 ore) e Tempo lungo e quindi alla preparazione di un modello di iscrizione
coerente, con la possibilità di scegliere il numero di ore proposto.
Qualora ciò non avvenga occorre che i genitori rilancino la loro richiesta in sede
di iscrizioni.
Attualmente stiamo ancora attendendo la circolare sulle iscrizioni del ministero e sono
in forma di bozza e in continua evoluzione molti regolamenti attuativi delle novità
collegate alla Legge 133 (quella dei tagli).
È però tuttora in vigore la legge 176/2007 che sancisce la legittimità del modello a
Tempo Pieno e quindi è obbligo dell'amministrazione di dare la possibilità di esprimere
la preferenza per questo modello di scuola all'interno del modulo di iscrizione, anche
se l'organizzazione dei modelli orari della scuola non lo prevedesse esplicitamente.
Dove quindi il modello d’iscrizione predisposto dalla scuola non dovesse comprendere le
opzioni diverse dalle 24 ore sarà necessario che i genitori compilino modelli aggiuntivi
come quelli predisposti in allegato a questo documento per rendere effettivo il loro
diritto. Solo in questo modo l'effettivo bisogno di tempi diversi dalle 24 ore potrà
venire misurato dall'amministrazione.
Ovviamente anche questo passaggio avrà più forza se fatto pubblicamente.
Se si verificheranno queste condizioni, il dirigente scolastico avrà l'obbligo - sulla
base delle iscrizioni - di richiedere personale sufficiente per aprire la nuova
sezione... se non lo richiederà, lo si dovrà incalzare anche perché il suo è un atto
dovuto, mentre se lo richiederà la palla passerà al ministero che deciderà tra aprile e
maggio se assegnare il personale necessario (attraverso l’Ufficio scolastico Regionale
e il Centro Servizi Amministrativi).
Scuola elementare
Richiesta di apertura di sezione scolastica a tempo diverso dalle 24 ore
Al Dirigente del Circolo/Istituto ........…………..……….Scuola………........……………………
e per suo tramite al Collegio dei Docenti dell’Istituto
Al Presidente del Consiglio d’Istituto della suddetta Istituzione Scolastica
Al Direttore dell’USP della provincia di .........………………….…………………
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione ………………………….….
All’Assessore all’Istruzione del Comune di …………………………….…………….
All’Assessore all’Istruzione della Regione…………………………….
I sottoscritti genitori di bambini/e in età di obbligo scolastico per l'anno 2009/10
RICHIEDONO
l’apertura di sezioni di scuola elementare a Tempo Pieno (due insegnanti su una classe, 40 ore
settimanali, 4 ore di compresenza) oppure con un Tempo scuola di 30 ore oppure con 30 ore +
servizio mensa (Tempo cosiddetto “lungo”)
La richiesta ha motivazioni sia pedagogiche (didattica a tempi distesi, socializzazione, possibilità di
svolgere attività laboratoriali) sia sociali (necessità di avere i bambini in strutture pubbliche e di
qualità per famiglie con lavori sempre più precari e flessibili).
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dalla Legge 25 ottobre 2007 – n.
176 e regolamentate dalla CM n. 114 del 14 dicembre 2007. (per il Tempo Pieno)
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dal Decreto Legislativo 19
febbraio 2004 n. 59, dal T.U. 297/94 Articoli 118 - 129, nonché successive modifiche ed
integrazioni e all’articolo 4 della Legge 169/08.(per il Tempo scuola di 30 ore oppure con 30 ore +
servizio mensa
Disponibili alla costruzione comune di questa importante opportunità didattica e sociale per i nostri
bambini, chiediamo di poter incontrare i responsabili in indirizzo. Contattare il referente dei
genitori: …………………………………………………..
Cordiali saluti, data……………………………………
Nome e Cognome Firma
Moduli integrativi a tutela del diritto dei genitori al Tempo diverso dalle 24 ore settimanali
A cura del Cesp – Centro studi per la scuola pubblica di Padova – www.cesp-pd.it
e del Comitato Genitori e Insegnanti per la scuola pubblica di Padova – http://comitatoscuolapubblica.wordpress.com
Scuola dell’Infanzia
Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Normale
(Tempo Pieno, due insegnanti, su una sezione, 40 ore settimanali, 5 ore di compresenza)
Al Dirigente del Circolo/Istituto ........…………..……….Scuola………........……………………
e per suo tramite al Collegio dei Docenti dell’Istituto
Al Presidente del Consiglio di Istituto della suddetta Istituzione Scolastica
Al Direttore dell’USP della provincia di .........………………….…………………
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione ………………………….….
All’Assessore all’Istruzione del Comune di …………………………….…………….
All’Assessore all’Istruzione della Regione…………………………….
I sottoscritti genitori di bambini/e in età dai 3 ai 6 anni per l'anno 2009/2010
RICHIEDONO
l’apertura di sezioni di scuola dell’Infanzia a tempo normale (Tempo Pieno, due insegnanti su una
sezione, 40 ore settimanali, 5 ore di compresenza)
La richiesta ha motivazioni sia pedagogiche (didattica a tempi distesi, socializzazione, possibilità di
svolgere attività laboratoriali) sia sociali (necessità di avere i bambini in strutture pubbliche e di
qualità per famiglie con lavori sempre più precari e flessibili).
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dal T.U. 297/94 Articoli 99 - 104
e seguenti, nonché successive modifiche ed integrazioni e all’articolo 4 della Legge 169/08.
Disponibili alla costruzione comune di questa importante opportunità didattica e sociale per i nostri
bambini, chiediamo di poter incontrare i responsabili in indirizzo. Contattare il referente dei
genitori: …………………………………………………..
Cordiali saluti,
data……………………………………
Nome e Cognome Firma
Moduli integrativi a tutela del diritto dei genitori al Tempo diverso dalle 24 ore settimanali
A cura del Cesp – Centro studi per la scuola pubblica di Padova – www.cesp-pd.it
e del Comitato Genitori e Insegnanti per la scuola pubblica di Padova – http://comitatoscuolapubblica.wordpress.com
Antologia
Normativa
Legge 24 settembre 1971, n. 820
Norme sull'ordinamento della scuola elementare e sulla immissione in ruolo degli
insegnanti della scuola elementare e della scuola materna statale
Art. 1.
Le attività integrative della scuola elementare, nonché gli insegnamenti speciali, con lo scopo di contribuire
all'arricchimento della formazione dell'alunno e all'avvio della realizzazione della scuola a tempo pieno, saranno
svolti in ore aggiuntive a quelle costituenti il normale orario scolastico, con specifico compito, da insegnanti
elementari di ruolo.
Il conseguimento dello scopo di cui sopra dovrà scaturire dalla collaborazione, anche mediante riunioni periodiche,
degli insegnanti delle singole classi e di quelli delle attività integrative e degli insegnamenti speciali.
Per ogni venticinque ore settimanali destinate alle attività e agli insegnamenti di cui al primo comma è istituito un
posto di insegnante elementare di ruolo.
A partire dall'anno scolastico 1971-72, il Ministro per la pubblica istruzione è autorizzato ad istituire, all'inizio di
ogni anno scolastico, per ogni singola provincia, il numero dei posti necessari ed a stabilire con proprio decreto,
sentita la terza sezione del Consiglio superiore, direttive di orientamento per le attività e gli insegnamenti di cui al
primo comma.
Entro il 31 dicembre di ogni anno, a partire dall'anno scolastico successivo a quello in cui entrerà in vigore la
presente legge, il Ministro per la pubblica istruzione riferisce al Parlamento sui risultati della applicazione delle
norme di cui al presente articolo.
Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297
Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione
Art. 130 - Progetti formativi di tempo lungo
2. Le attività di tempo pieno, di cui all'articolo 1 della legge 24 settembre 1971, n. 820, potranno proseguire, entro
il limite dei posti funzionanti nell'anno scolastico 1988-1989, alle seguenti condizioni:
a) che esistano le strutture necessarie e che siano effettivamente funzionanti;
b) che l'orario settimanale, ivi compreso il tempo-mensa, sia stabilito in quaranta ore;
c) che la programmazione didattica e l'articolazione delle discipline siano uniformate ai programmi vigenti e che
l'organizzazione didattica preveda la suddivisione dei docenti per ambiti disciplinari come previsto dall'art. 128.
Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59
[…] Art. 7
Attività educative e didattiche
Al fine di garantire l'esercizio del diritto-dovere di cui all'articolo 4, comma 1, l'orario annuale delle lezioni nella
scuola primaria, comprensivo della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e
all'insegnamento della religione cattolica in conformità alle norme concordatarie di cui all'articolo 3, comma 1, ed
alle conseguenti intese, è di 891 ore, oltre a quanto previsto al comma 2.
Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del piano di studi, organizzano, nell'ambito del
piano dell'offerta formativa, tenendo conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività e insegnamenti,
coerenti con il profilo educativo, per ulteriori 99 ore annue, la cui scelta è facoltativa e opzionale per gli allievi e la
cui frequenza è gratuita. Gli allievi sono tenuti alla frequenza delle attività facoltative per le quali le rispettive
famiglie hanno esercitato l'opzione. Le predette richieste sono formulate all'atto dell'iscrizione. Al fine di
ampliare e razionalizzare la scelta delle famiglie, le istituzioni scolastiche possono, nella loro autonomia,
organizzarsi anche in rete.
L'orario di cui ai commi 1 e 2 non comprende il tempo eventualmente dedicato alla mensa.
Allo scopo di garantire le attività educative e didattiche, di cui ai commi 1 e 2, nonché l'assistenza educativa da
parte del personale docente nel tempo eventualmente dedicato alla mensa e al dopo mensa fino ad un massimo di
330 ore annue, fermo restando il limite del numero complessivo dei posti di cui all'articolo 15, è costituito
l'organico di istituto.
Art. 19
Norme finali e abrogazioni
Le seguenti disposizioni del testo unico di cui al comma 3 sono abrogate a decorrere dall'anno scolastico successivo
alla data di entrata in vigore del presente decreto: articolo 129; articolo 130; […]
Legge 25 ottobre 2007 – n. 176
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147,
recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007 -
2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari
Al fine di realizzare gli obiettivi formativi del curriculum arricchito è reintrodotta, nella scuola primaria,
l’organizzazione di classi funzionanti a tempo pieno, con un orario settimanale di quaranta ore, comprensivo del
tempo dedicato alla mensa. Conseguentemente è richiamato in vigore l’articolo 130, comma 2, del testo unico delle
disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto
legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nel quale sono soppresse le parole: ", entro il limite dei posti funzionanti nell’anno
scolastico 1988-1989,". La predetta organizzazione è realizzata nei limiti della dotazione complessiva dell’organico
di diritto determinata con decreto del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia
e delle finanze, ai sensi dell’articolo 22, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448. Il numero dei posti
complessivamente attivati a livello nazionale per le attività di tempo pieno e tempo prolungato deve essere
individuato nell’ambito dell’organico di cui al secondo periodo e nel rispetto dei limiti di spesa previsti a legislazione
vigente per il personale della scuola e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il Ministro della
pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza unificata di
cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, di seguito denominata
"Conferenza unificata", definisce un piano triennale di intervento, anche in relazione alle competenze delle regioni
in materia di diritto allo studio e di programmazione dell’offerta formativa, volto, in particolare, a: a) individuare
misure di incentivazione e sostegno finalizzate all’incremento dell’offerta di classi a tempo pieno da parte delle
istituzioni scolastiche anche al fine di garantire condizioni di accesso omogenee su tutto il territorio nazionale; b)
sostenere la qualità del modello del tempo pieno, anche in relazione alle esigenze di sostegno ai disabili e di
integrazione sociale e culturale dei minori immigrati. Il predetto piano è finanziato sulla base delle risorse definite
in sede di intesa con la Conferenza unificata nell’ambito delle esistenti disponibilità di bilancio.
Circolare ministeriale n. 114 del 14 dicembre 2007.
Iscrizioni a. s. 2008 / 2009
2.2 Gli orari di funzionamento
L'offerta di tempo pieno, in base alla ripristinata norma legislativa (cfr. Legge di conversione 25/10/2007 n. 176) e
nei limiti di quanto previsto da tale disposizione, si avvale di un modello organizzativo unitario senza articolazione
di momenti opzionali e facoltative, per complessive quaranta ore settimanali.
Condizione inderogabile per l'attivazione di tale offerta è l'esistenza e l'effettivo funzionamento delle strutture
e dei servizi necessari. Il tempo pieno, infatti, richiede, come è noto, la disponibilità di adeguate strutture edilizie
e delle attrezzature idonee, nonché l'esplicito impegno dell'ente locale ad assicurare il servizio di mensa.
All'atto delle iscrizioni, compatibilmente con le disponibilità di posti, i genitori possono effettuare, in alternativa al
tempo-scuola ordinario, la scelta del tempo pieno.
Legge 30 ottobre 2008 – n. 169
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1settembre 2008, n. 137
recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e di università
Art. 4. Insegnante unico nella scuola primaria
1.Nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti previsti dal comma 4 del medesimo
articolo 64 e'ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi
affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene
comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del temposcuola.

Il D.L. 137 è stato approvato, ma questo
non fermerà la nostra protesta !
continueremo ad opporci:
1 preparando future azioni sul
territorio
2 continuando ad informare i
genitori in apposite riunioni degli
effetti della Legge
3 predisponendo una campagna di
sensibilizzazione nei confronti dei
genitori che iscriveranno i loro
figli alle classi prime elementari e
alle materne del prossimo anno
scolastico al fine di richiedere
solo ed esclusivamente tempi più
lunghi rispetto alle 24 ore
4 creando una campagna di
disobbedienza civile da parte
degli insegnanti
CESP
Centro Studii per lla Scuolla Pubblliica
PADOVA
via Cavallotti 2 – Padova . tel.049692171 -
fax.0498824273
email: info@cesp-pd.it - www.cesp-pd.it
e
Comitato GENITORI e INSEGNANTI
per LA SCUOLA PUBBLICA dii PADOVA
comitato.nogelmini@gmail.com
http://comitatoscuolapubblica.wordpress.com

http://www.mce-fimem.it/sardegna/documenti/pdf/fascicolo%20definitivo%20cesp%20tpl.pdf

martedì 23 dicembre 2008

Tux Paint.



















Tux Paint

Open Source Drawing Software for Children










(About sponsors)
















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From the gallery:

Park

By: Antonis






Tux Paint è un software di disegno libero e gratuito, dedicato ai bambini.








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Svenska
(Use Browser's Setting)









































 









Web


tuxpaint.org


















“Tux Paint will keep your kids (and you) entertained for hours on end.”
— Linux Magazine, November 2002






Open Source CMS







 
















5-Stelle e "100 Clean", Aprile 2007





Ulteriori recensioni e premi...




Tux Paint is a free, award-winning
drawing program for children ages 3 to 12 (for example, preschool and
K-6).
L'interfaccia è intuitiva, sono disponibili molti effetti sonori
divertenti e un simpatico personaggio che guida i bambini nell'utilizzo
del programma.



Ai bambini viene presentato un foglio bianco e una grande varietà di
strumenti per incoraggiarli ad esprimere la propria creatività.
(Vedere l'elenco completo delle caratteristiche).






December 14, 2008
We were made aware of something called
"Tux Paint Plus," which claims to be an enhanced version of
Tux Paint. From what we can tell, it is simply the normal version
of Tux Paint, bundled together with a search toolbar that gets
installed in your web browser. When in doubt, be sure to
download Tux Paint directly from www.tuxpaint.org.









A simple drawing.



Sono disponibili Ulteriori schermate e la Galleria d'arte.





Per Mac OS X, Windows, Linux e altri ancora !










Scarica ora per:












Mac OS X

Mac OS X




Windows

Windows XP/2000/Vista




Windows9x

Windows 95/98/ME




Linux

Linux






Altre opzioni per il download.

Controlla i requisiti di sistema.



Tux Paint può essere eseguito su varie piattaforme, comprese tutte le versioni di Windows (inclusa quella per Tablet PC), Mac OS X 10.3 e superiori, Linux, BeOS e Haiku, FreeBSD e NetBSD.
Funziona senza problemi anche su sistemi più vecchi e lenti, come pure
su client tipo LTSP, Citrix® e su Windows Terminal Services. È
eseguibile addirittura su alcuni computer palmari!






Quanto costa ?



[Un progetto sponsorizzato da Tux4Kids]

Tux Paint è un software gratuito, Open Source, distribuito secondo i termini della licenza GNU General Public License.
È sviluppato da volontari di tutto il mondo.
Noi lavoriamo su questo programma come atto d'amore, con la speranza
che tutti possano trovarlo utile e condividerlo con la famiglia e gli
amici.



Scarica Tux Paint subito, e buon divertimento!










Did you know?
Penguins live almost exclusively in the
southern hemisphere.














http://www.tuxpaint.org/

Un programma open source di disegno, semplice e ricco di funzionalità, per i bambini dai 3 ai 12 anni.

TuxPaint








Disegno natalizio creato con TuxPaint











Un programma open source di disegno, semplice e ricco di funzionalità, per i bambini dai 3 ai 12 anni






























Una finestra su...





TuxPaint
è un programma di grafica appositamente pensato, nell’interfaccia, la
scelta degli effetti sonori, gli strumenti e le forme messe a
disposizione, per i bambini dai 3 ai 12 anni (dall'asilo alla scuola
secondaria di primo grado). Vincitore di numerosi premi,
TuxPaint è un software libero (sottostante i termini della GNU General
Public License) e multipiattaforma, ovvero, sebbene nato per Linux,
funziona bene anche in ambiente Windows.

























3 buoni motivi per usarlo





Per
stimolare la creatività dei propri figli e/o dei propri allievi; per
farli muovere in uno spazio multicolore dove esprimersi liberamente;
per dare loro uno strumento dall’interfaccia intuitiva, semplice ma
ricco di funzionalità, che li avvicini, li formi e sensibilizzi all’uso
delle tecnologie. TuxPaint è una risorsa, in più, che l’universo
OpenSource regala; da scaricare, installare, copiare e distribuire ad
amici, parenti o alla propria scuola locale.

























Da non perdere





Decisamente
da non perdere: è la simpatica "guida" all’uso (Tux, il pinguino di
Linux, visualizzato nella parte bassa di ogni finestra, fornisce
informazioni e suggerimenti); i numerosi effetti applicabili a tutto il
disegno o ad una parte d’esso; la ricca fornitura di timbri (cioè
immagini già pronte da inserire nelle creazioni); lo strumento Magie
(effetti speciali) di cui i bambini, tutti i bambini, non potranno
che…innamorarsi!



L'immagine
qui utilizzata è stata realizzata con TuxPaint dai bambini di quinta
della scuola Europa di Rosignano Solvay (Rosignano Marittimo, provincia
di Livorno).










http://www.innovascuola.gov.it/opencms/opencms/innovascuola/05_vetrina/content/TuxPaint.html

Un secolo fa nasceva Anna Magnani Le foto di scena per celebrarla


Il volto e le capacità interpretative di Anna Magnani saranno in mostra in occasione del centenario della nascita dell'attrice a Palazzo Valentini a Roma. L'evento '15 fotografi per Anna Magnani', presentato dalla Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma e promosso dall'Amministrazione provinciale e dalla Camera di Commercio di Roma, è stato allestito in una delle sale espositive delle Domus Romane di Palazzo Valentini e potrà essere visitato gratuitamente sino al 18 gennaio 2009.

Gli scatti, affidati a 15 tra i più grandi fotografi di scena del cinema italiano, provengono dalla collezione di negativi della Fototeca della Ciniteca Nazionale (CSC): Angelo Frontoni, Osvaldo Civirani, Vincenzo Palamarini, Aurelio ed Ettore Pesce, Raymond Voinquel, Paul Ronald, Rosario Assenza, Francesco Alessi, G.B. Poletto, Nicola Arresto, Franco Vitale, Vittorio Mazza, Divo Cavicchioli e Bruno Bruni, tutti presenti sui set dei maggiori registi che hanno lavorato con l'attrice, come Alessandrini, Gallone, Mattoli, Camerini, Zampa, Castellani, Rossellini, Visconti, Renoir, Kramer, Monicelli, Pasolini e Fellini.

Alla presentazione dell'esposizione, insieme a Zingaretti, Sergio Toffetti, conservatore della Cineteca Nazionale e Marcello Foti, direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia. "Tutto questo è stato realizzato in meno di un mese grazie al ricco archivio fotografico della Cineteca Nazionale - spiega Sergio Toffetti - Abbiamo scelto i materiali più rappresentativi dei fotografi che hanno lavorato con Anna Magnani, per cercare di valorizzare non solo la figura dell'attrice, ma anche tutto il contorno di professionisti legati al cinema che hanno fatto grande il cinema romano".

"Sono orgoglioso del giusto riconoscimento a questo grande personaggio nel suo centenario di nascita, una straordinaria attrice italiana e romana con una gestualità che si percepisce anche dalle foto- sottolinea Zingaretti - il Palazzo della Provincia è orgoglioso che questa mostra si celebri qui". L'idea di questa mostra - spiega Marcello Foti - è nata da un disappunto che abbiamo provato nel rilevare che non 'era un momento per celebrare la grandezza di Anna Magnani. Il Presindente della Provincia, Zingaretti, seppe cogliere questo disappunto e cosi' siamo riusciti ad organizzare la mostra".
(19 dicembre 2008)



http://roma.repubblica.it/dettaglio/articolo/1564520

lunedì 22 dicembre 2008

Istat, l'11% delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà di Claudio Tucci.


Nel 2007, in Italia, vivono 2 milioni e 653mila famiglie in condizioni di povertà relativa. Si tratta dell'11,1% del totale delle famiglie residenti che, presto, potrebbero crescere di un ulteriore 8% di nuclei "a rischio", con consumi, cioè, prossimi o superiori di appena il 10% alla soglia standard di povertà. Che per una famiglia di 2 persone equivale a 986,35 euro di spesa media mensile (in aumento dell'1,6% rispetto alla linea del 2006). Complessivamente, nel nostro Paese, esistono 7 milioni e 542mila italiani poveri, il 12,8% dell'intera popolazione. Situazione peggiore nel Sud, dove l'incidenza della povertà relativa è 4 volte superiore alla media nazionale e tra le famiglie più numerose, in particolare, con 3 o più figli, soprattutto, minorenni. A rivelarlo è l'annuale indagine dell'Istat sulla povertà relativa in Italia, condotta su un campione di 28mila famiglie, presentata, a Roma, nella sede dell'istituto, che evidenzia una sostanziale stabilità, tra il 2006 e il 2007, dell'incidenza della povertà relativa delle famiglie italiane, ancora fortemente associata a scarsi livelli d'istruzione e all'assenza del posto di lavoro.

Segmento emergente della povertà italiana sono, poi, i profili professionali bassi (i cosiddetti working poor) e tra le donne, spicca il peggioramento di condizione delle signore anziane sole e delle donne separate con i figli a carico. «In Italia - spiega Linda Laura Sabbadini, dirigente di ricerca dell'Istat - c'è un serio problema di povertà dei minori che non è conosciuto nel resto d'Europa». Sabbadini annuncia, poi, come l'Istat stia ultimando un indicatore della povertà assoluta, che andrà indietro, anche, di 2/3 anni, da affiancare a quello relativo, per poter così fotografare, nel complesso, il fenomeno povertà nel nostro Paese.

Dalla ricerca emerge, poi, come oltre un quinto delle famiglie con 5 o più componenti si trovino in condizione di povertà relativa. Una percentuale che sale a un terzo nel Mezzogiorno. Ma, anche, la difficoltà a trovare lavoro o un'occupazione qualificata determina livelli di povertà più elevati. In generale, spiegano dall'Istituto, le famiglie con componenti occupati presentano incidenze di povertà più contenute, ma se all'interno del nucleo vi sono persone in cerca di occupazione, il disagio assume una forte rilevanza: ben il 19,9% di queste famiglie, per lo più coppie con 2 e 3 figli, vivono in condizioni di povertà.

Sostanzialmente, negli ultimi 5 anni, l'incidenza di povertà in Italia è rimasta stabile, anche se, spiegano dall'Istat, tra chiari e scuri. Un peggioramento si assiste tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano una bassa diffusione del fenomeno povertà, soprattutto, famiglie di 3 componenti e con persone anziane a carico. Colpa, soprattutto, del caro vita e della forte crisi dei consumi registrata in questi ultimi tempi. Anche se, spiegano dall'Istat, il fenomeno ha interessato non solo i poveri, ma tutti i segmenti della popolazione e, quindi, la povertà relativa è rimasta pressocché identica. Segnali di miglioramenti, invece, si osservano tra le famiglie di monogenitori e tra le famiglie con a capo un lavoratore autonomo, specialmente, se in proprio. Tra le note migliori, spicca il deciso miglioramento, nel Mezzogiorno, tra le famiglie con 5 o più componenti, in particolare, coppie con 3 o più figli e con 3 o più figli minori. Ma è un aumento, sottolineano dall'Istat, dovuto, probabilmente, agli interventi a sostengo dei figli disposti in questi anni, come sgravi fiscali, detrazioni e assegno al terzo figlio. Insomma, nel Sud la povertà resta forte e si tratta di un fatto dai connotati sempre più gravi.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/11/istat-poverta.shtml?uuid=6c1281d0-aa64-11dd-9c6a-39fa5cb05797&DocRulesView=Libero

La povertà relativa in Italia
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20081104_00/

domenica 21 dicembre 2008

Roma antica.


http://www.youtube.com/romaantica

Scompare il modulo. Resta il tempo pieno (ma quale?) di Gianni Gandola e Federico Niccoli

Il Consiglio dei ministri ha approvato la bozza di schema di regolamento “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell’art.64 del Dl n.112/2008”, già presentata alle Regioni.
Questa volta occorre riconoscere che – per quanto riguarda la scuola primaria - molte nebbie si sono diradate e che le recenti dichiarazioni del ministro Gelmini hanno avuto un seguito. Ma vediamo di sottolineare, in sintesi, alcuni passaggi significativi.

1. Innanzi tutto è chiaro, in via definitiva, che “il tempo scuola della primaria è svolto secondo il modello dell’insegnante unico o prevalente che supera il precedente assetto del modulo e delle compresenze” (art.4, comma 3). Senza ombra di dubbio questo è il modello pedagogico di riferimento della scuola elementare. Si decreta pertanto la fine dell’organizzazione modulare, vale a dire del modello introdotto dalla legge di riforma n.148/1990, fondato sul gruppo docente e sulla suddivisione degli ambiti disciplinari.

2. C’è da rilevare, rispetto alle bozze precedenti, che questo vale non solo per le classi prime a.s. 2009/2010, ma anche per le altre classi. Le classi successive alla prima - dice il 4° comma dell’art.4 - funzionano secondo i seguenti modelli orari: a) 27 ore, secondo quanto previsto dal decreto lgs.n.59/2004 (Moratti), senza compresenze; b) 30 ore, comprensive delle attività opzionali-facoltative (decreto Moratti), senza compresenze e nei limiti dell’organico assegnato per l’a.s. 2008/2009. Questo vuol dire che in tutti i modelli orari, siano essi a 24, a 27 o a 30 ore, non essendo più previste le compresenze dei docenti, l’insegnante è unico e/o prevalente.
Di fatto il tempo scuola dei moduli (27-30 ore di scuola) resta ma cambia la sostanza, l’assetto organizzativo: non c’è più la pluralità docente, non c’è più il “modulo” (che attualmente riguarda il 75% delle classi di scuola elementare sul territorio nazionale). Questo è dunque il dato saliente, l’aspetto principale delle modifiche dell’assetto ordinamentale introdotte dal regolamento.

3. L’altra articolazione dell’orario prevista è quella delle 40 ore “corrispondenti” al tempo pieno, nei limiti dell’organico assegnato per l’a.s. 2008/09 (comma 4, art.4). Si precisa che le classi a tempo pieno sono attivate a richiesta delle famiglie, sulla base di uno specifico progetto formativo integrato e delle disponibilità di organico assegnate, nonché in presenza delle necessarie strutture e servizi. Per la determinazione dell’organico di dette classi è confermata l’assegnazione di due docenti per classe (comma 7, art.4). Da queste proposizioni si evincerebbe che è confermato l’organico del tempo pieno classico, tradizionale, vale a dire due docenti contitolari per classe di TP, compresenze incluse (tant’è che la legge n.176 del 25 ottobre 2007, ministro Fioroni, non solo non viene abrogata, ma viene espressamente richiamata tra i riferimenti legislativi in premessa). Ma sempre nello stesso comma si aggiunge che “le maggiori disponibilità di orario rispetto alle 40 ore del modello di tempo pieno sono utilizzate per una maggiore diffusione del tempo pieno medesimo”. Ora, cosa sono “le maggiori disponibilità di orario rispetto le 40 ore di scuola” dei bambini se non le 4 ore di compresenza dei due docenti che effettuano insieme un orario di servizio di 44 ore? Sembra pertanto che anche nel modello delle “40 ore” non siano più previste le compresenze e questo lascia pensare che verrà assegnato alle scuole (come già è accaduto a Milano qualche anno fa in epoca Moratti) un organico sufficiente a garantire le 40 ore di scuola agli alunni, al netto delle compresenze appunto. Naturalmente, anche qui, si ribadisce che a livello nazionale rimane confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l’a.s. 2008/09.

4. Par di capire che il tempo pieno (senz’altro inteso come “40 ore”) verrà garantito come una sorta di riserva indiana, nei centri ove è presente. Si tratterà di vedere poi se senza o con le compresenze dei docenti, dato non irrilevante, essendo le compresenze un elemento essenziale del tempo pieno, il “valore aggiunto” che contraddistingue le migliori esperienze di questo modello scolastico consentendo attività di recupero per gruppi di alunni, classi aperte, attività laboratoriali, uscite didattiche, ecc.

5. In tutto questo bailamme un dato è certo. Il riferimento al DPR n.275 del 1999, Regolamento sull’autonomia scolastica, pur presente in premessa, di fatto è sostanzialmente ignorato e/o contraddetto. Il ministero non si limita ad assegnare alle scuole un organico docenti sulla base del tempo scuola che si intende effettuare, ma indica anche il modello didattico-organizzativo da adottare (il maestro prevalente). Questo rappresenta uno sconfinamento di campo evidente rispetto a quanto prevede il Regolamento sull’autonomia scolastica, secondo il quale è competenza esclusiva delle scuole stabilire le modalità di impiego dei docenti (organizzazione didattica, suddivisione degli insegnamenti e degli ambiti disciplinari, ecc.).

Insomma, siamo di fronte ad uno stravolgimento, ad un cambiamento radicale della scuola primaria, vale a dire proprio di quel segmento del nostro sistema di istruzione che ha dato prova in questi anni di funzionare bene secondo i vari indicatori di qualità a livello internazionale (si vedano, ultimi in ordine di tempo, i dati dell’indagine internazionale TIMSS sugli apprendimenti in matematica e scienze).
Il senso di tutto questo? E’ ben rappresentato da un’affermazione di qualche mese fa del ministro Tremonti: “Abbiamo un’ottima scuola primaria, ma è un lusso che non ci possiamo permettere”. Perché questa è la filosofia della “riforma” Gelmini.

Gianni Gandola, Federico Niccoli

http://scuolaoggi.org/index.php?action=detail&artid=4137

H.P. http://scuolaoggi.org

I PERCORSI DI FLESSIBILITA' DEL P.O.F.

I PERCORSI DI FLESSIBILITA'

Della scuola

Del sistema

Per affrontare le difficoltà

Per promuovere le eccellenze


Della scuola
Attraverso il Piano dell'offerta formativa l'autonomia costruisce le condizioni giuridiche, organizzative, professionali e di relazione per rendere flessibile l'attività educativa e per migliorarne così l'efficacia.
La flessibilità consente infatti di articolare il rapporto tra chi insegna e chi impara in forme non rigide e, quindi, di modellare la didattica sui modi e sui tempi di apprendimento dei giovani.
Tra le forme di flessibilità che le scuole possono adottare il Regolamento cita:
• l'articolazione modulare dell'orario annuale di ciascuna disciplina e attività
• la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione degli spazi orari residui
• l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche per alunni in situazione di handicap
• l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso
• l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.
A queste si deve aggiungere la possibilità di realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo e quella di decidere le discipline e le attività di una parte del piano di studio obbligatorio.
L'insieme dei meccanismi di flessibilità che ciascuna scuola può inserire nel suo Piano dell'offerta formativa, e in particolare l'articolazione modulare del monte ore annuale delle discipline e dei gruppi di alunni, consentono di rispondere alle esigenze dei singoli allievi con maggiore efficacia rispetto al passato. I tempi dell'insegnamento possono essere infatti combinati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• specifici percorsi di
- accoglienza
- continuità
- orientamento e/o riorientamento
• fasi di insegnamento intensivo seguite da altre di appoggio
• attività laboratoriali pluridisciplinari
• diminuzione del numero delle discipline mediante la concentrazione del loro monte ore annuale in un solo quadrimestre.
In tal modo l'anno scolastico non è più l'unica unità di misura per programmare le fasi dell'insegnamento e dell'apprendimento.
A loro volta i gruppi di alunni possono essere articolati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• gruppi più grandi per le lezioni frontali
• gruppi più piccoli per le esercitazioni, il sostegno, il recupero, l'approfondimento
• gruppi temporanei di livello e/o di riallineamento
• gruppi di laboratorio
• gruppi per le discipline opzionali
• gruppi per le discipline facoltative
In tal modo la classe - che comunque non viene abolita e continua a rispondere al principio dell'integrazione di ciascun alunno - non è più l'unità di misura unica per organizzare i gruppi di apprendimento.

Del sistema
L'intero sistema di istruzione e formazione diviene più elastico per mettere i giovani in condizione di costruire piani di studio pienamente aderenti ai loro progetti di vita.
L'innalzamento dell'obbligo di istruzione, l'introduzione dell'obbligo formativo a diciotto anni e le nuove norme sulla formazione professionale e l'apprendistato hanno infatti delineato un vero e proprio sistema formativo integrato.
Gli studenti delle scuole superiori possono così spaziare tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro componendo percorsi che realizzano le loro capacità e attese.
In particolare, attraverso specifici interventi di orientamento e riorientamento, le scuole possono
• agevolare, se necessario, il passaggio degli studenti dall'uno all'altro degli indirizzi della scuola secondaria superiore (è il cosiddetto sistema delle passerelle)
• organizzare percorsi anche integrati di istruzione e formazione
- nel sistema dell'istruzione scolastica
- nel sistema della formazione professionale di competenza regionale
- nell'esercizio dell'apprendistato.
L'introduzione dell'obbligo formativo fino a diciotto anni ha infatti modificato profondamente i rapporti tra istruzione e formazione professionale e, per questo motivo, anche quelli tra le scuole e i Servizi per l'impiego (i quali ultimi hanno di recente sostituito i vecchi Uffici di collocamento).
Il D.P.R. 12 luglio 2000, n. 257 prevede infatti, in primo luogo, una azione coordinata tra istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale e Servizi per l'impiego volta a un'efficace opera di informazione e orientamento dei giovani. Inoltre esso stabilisce che "le conoscenze, competenze e abilità acquisite nel sistema della formazione professionale, nell'esercizio dell'apprendistato, per effetto dell'attività lavorativa o per autoformazione, costituiscono crediti per l'accesso ai diversi anni dei corsi di istruzione secondaria superiore".
I ragazzi in questo modo non perdono nulla di ciò che hanno capitalizzato nei loro percorsi di apprendimento. Naturalmente queste conoscenze, competenze e abilità devono ottenere di volta in volta il carattere ufficiale di veri e propri cre-diti. Per questo il D.P.R. 257/2000 disciplina la loro valutazione da parte di "apposite commissioni costituite, all'inizio di ciascun anno scolastico [...] presso le singole istituzioni scolastiche interessate o reti delle medesime istituzioni. Le commissioni sono composte da docenti designati dai rispettivi collegi dei docenti coadiuvate da esperti del mondo del lavoro e della formazione professionale tratti da elenchi predisposti dall'amministrazione regionale".
Con le nuove norme sull'obbligo formativo le scuole possono progettare percorsi formativi integrati da realizzare in convenzione con agenzie di formazione professionale o con altri soggetti, pubblici e privati, che abbiano le stesse caratteristiche. Si tratta di percorsi destinati a potenziare le capacità di scelta degli alunni e a consentire i passaggi tra il sistema di istruzione e quello della formazione professionale.
L'articolo 7 del D.P.R. 257/2000 definisce le tipologie fondamentali di questi percorsi integrati:
a. percorsi con integrazione curricolare realizzati sulla base di accordi con le Regioni e le Province, eventualmente personalizzati in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali, in esito ai quali si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e una qualifica professionale. La realizzazione di questa tipologia di percorsi è consentita dal comma 5 dell'art. 8 del Regolamento dell'Autonomia;
b. percorsi con arricchimento curricolare, realizzati cioè con l'aggiunta al curricolo di discipline e attività facoltative. Anche questa tipologia di percorsi richiede accordi con le Regioni e gli Enti locali e si avvale del supporto normativo del regolamento dell'Autonomia, in particolare del comma 2 dell'art. 9. In esito a questi percorsi si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e la certificazione di crediti spendibili nella formazione professionale.
Anche con questo tipo di integrazione la flessibilità del sistema consente di rispondere con efficacia ai problemi - diversi tra loro, ma ugualmente importanti - posti dal sostegno alle difficoltà e dalla promozione delle eccellenze.

Per affrontare le difficoltà
Nel Piano dell'offerta formativa ciascuna scuola mette a punto e descrive gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a rispondere alle difficoltà di apprendimento o ad altri disagi degli alunni. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare
• moduli di allineamento, paralleli a quelli delle varie classi, indirizzati a piccoli gruppi nei quali gli allievi, oltre a proseguire il normale programma di studio, sono guidati a lavorare sulle carenze individuali
• discipline e attività nelle quali gli alunni possono ottimizzare l'uso delle proprie capacità
• moduli di passaggio da un indirizzo a un altro della scuola superiore
• moduli di passaggio dal sistema di istruzione a quello della formazione professionale
• moduli di riallineamento per chi rientra nel sistema di istruzione.

Per promuovere le eccellenze
Nel Piano dell'offerta formativa ogni scuola definisce e illustra gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a promuovere il pieno sviluppo della personalità degli alunni e a valorizzarne le potenzialità. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare o nella quota facoltativa del curricolo
• moduli di approfondimento per gruppi di eccellenza
• moduli di riorientamento per la scoperta di specifiche vocazioni
• discipline e attività destinate a costruire crediti formativi aggiuntivi.
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/definisce/default.htm

venerdì 19 dicembre 2008

Incontri: progetto un pc nello zainetto.

Intervista doppia a Paola Limone e Dario Zucchini



Paola Limone e Dario Zucchini raccontano l'esperienza di un gruppo di
docenti ed esperti appassionati ai temi dei PC ultraportatili.

























Come è nata l'idea di sperimentare i netbook a scuola?





Foto Paola Limone




Paola Limone:

L'idea nasce da un gruppo di lavoro di docenti ed esperti che si è
appassionato ai temi dei PC ultraportatili. In anteprima nazionale
hanno presentato una completa recensione
dell'OLPC XO. Da questa prima esperienza è nata l'idea di avviare una
sperimentazione per introdurre nelle scuole primarie un computer per
ogni bambino. Quest'anno i computer utilizzati sono i jumpc
dell'Olidata: computer Italiani, progettati appositamente per i
bambini, con un fattore di forma simile al OLPC e tecnologia ClassMate
di Intel.



Dario Zucchini:

Se la presenza di un computer in ogni ufficio è una realtà globale
innegabile, il sogno di un computer in ogni casa si è già realizzato in
buona parte del mondo sviluppato. In questo contesto la vecchia “ora di
informatica” fatta a scuola è probabilmente un modello non più
sostenibile. Probabilmente per scuole e atenei sta arrivando l’ora di
rivoluzionare le aule generiche con lavagna e cattedra sempre uguali da
300 anni. Il progetto OLPC (un computer per bambino) di Nicholas
Negroponte ha consentito di aprire una strada nuova che ha abbassato i
prezzi dei computer ultraportatili e che porterà il computer ad essere
utilizzato a scuola al pari di libri e quaderni e calcolatrice nei
prossimi anni. Grazie al JumPC di Olidata è stato, quindi, possibile
sperimentare in anticipo su tre classi Piemontesi quello che potrebbero
essere la scuola e lo zainetto del futuro.

























Dov'è la novità, il livello di innovazione, di questa proposta?





Paola Limone:

Ciò che differenzia il nostro progetto da altri percorsi realizzati con
i computer nelle scuole è la possibilità rendere le tecnologie digitali
di comunicazione un elemento davvero importante per la facilitazione
degli apprendimenti. Ogni allievo, avendo il suo pc portatile, sarà
guidato ed invitato ad usarlo nelle attività didattiche e nei diversi
campi di conoscenza. Il lavoro di preparazione del "kit didattico"
(scelta dei siti autorizzati per la navigazione, scelta dei software
didatticamente utili da installare) è un altra importantissima novità.
Non è la macchina a fare scuola, è sempre il docente che prepara
percorsi didattici in base alle esigenze curricolari della propria
classe. L'insegnante ha però bisogno di poter progettare attività e
percorsi su computer che siano già ampliamente arricchiti di risorse e
che garantiscano sicurezza e poca manutenzione. Abbiamo notizie che in
questi mesi, in altre classi di scuole italiane, si iniziano ad usare
computer per ogni bambino. Purtroppo non si hanno notizie circa
preparazione che è stata fatta per le macchine nè su ciò che i docenti
hanno progettato di fare in classe. Il valore della condivisione delle
esperienze è a nostro parere fondamentale, soprattutto in casi di
esperienze pilota come queste. La replicabilità di quanto da noi
progettato e la disponibilità a mettere in rete per tutti il materiale
da noi prodotto e il resoconto delle esperienze rende la nostra
proposta partticolarmente importante per tutti coloro che vorranno
sperimentare percorsi simili. Ci auguriamo che in futuro si creino reti
tra scuole interessate da sperimentazioni simili, per poter cooperare
al fine di migliorare l'offerta formativa.



Dario Zucchini:

Abbiamo voluto fin da subito superare il modello attuale di classe e di
laboratorio: i computer sono dello studente e stanno nello zainetto, i
computer vengono usati con continuità tutti i giorni di scuola sia a
casa che a scuola. Lo studente alla sera mette in carica il PC e lo
porta a scuola già carico e pronto per l’uso. Niente fili, niente
ingombranti e scomodi accessori, niente armadietti per riporre il
computer a file lezione. La classe viene dotata di connettività
wireless e di alimentatori e batterie di riserva (anche i dettagli di
questo tipo sono importanti). I computer sono sempre pronti per l’uso.
Quasi tutte le TIC che vengono introdotte nelle scuole hanno, poi, un
limite ben preciso: Si tratta di modelli imposti dall’alto attuati
mediante forniture approssimative di hardware e software solo in parte
corretti da abbondante formazione accademica. Questo tipo di
“colonizzazione” porta le attrezzature ad essere sottoutilizzate se non
da docenti assolutamente appassionati e devoti alla tecnologia.
Computer forniti senza un preciso ed accurato impianto software
richiedono continua manutenzione anche per garantire le funzionalità
più banali e disincentivano docenti e studenti. Bastano cinque minuti
in rete per mettere fuori uso un computer nuovo appena acceso e su
questi problemi le scuole sono lasciate in balia di fornitori senza
scrupoli.In questo progetto, invece, ogni dettaglio tecnico, ergonomico
e didattico non è stato lasciato al caso. I computer sono stati forniti
direttamente agli studenti che li portano nello zainetto a casa ed a
scuola. Un pc che sta con lo studente non deve richiedere nessun tipo
di manutenzione, deve essere sempre pronto all’uso, non deve prendere
virus, deve avere una dotazione software il più possibile completa e,
soprattutto, deve consentire allo studente di navigare in assoluta
sicurezza sia a casa che a scuola. Questa è la vera novità e sta
funzionando molto bene. Con una configurazione “perfetta” i docenti si
possono finalmente occupare di didattica assistita dalle TIC e non
della manutenzione dei computer o, peggio, di “imparare ad usare il
computer”.

























Come funziona la collaborazione tra un istituto secondario ed una scuola elementare?





Foto D. Zucchini




Dario Zucchini:

L’impianto
software prevede un desktop specifico per bambini (magic desktop) al
quale vengono aggiunti 900 siti sicuri, 80 attività sa svolgere sul web
e una decina di software didattici di qualità e gratuiti. L’impianto è
talmente sicuro che non serve neanche un software antivirus e gli
aggiornamenti sono superflui. Gli studenti dell’ istituto tecnico
Ettore Majorana hanno installato e configurato in serie tutti questi 60
PC ed offrono l’assistenza tecnica per l’eventuale ripristino del
software in caso di guasti. Le scuole sanno già cosa serve alle scuole,
gli studenti più grandi preparano i computer agli studenti più piccoli.
Semplice ed efficace. Effettivamente non serve scomodare gli atenei per
ore e ore di formazione accademica basta una buona configurazione. Il
computer lo sanno usare tutti è quello che ci fai con il computer che
fa la differenza.

























Com'è stata accolta nelle classi coinvolte e nella scuola coinvolta la novità?





Paola Limone:

La
novità è stata accolta con interesse dai docenti e dalle famiglie, e
con entusiasmo dai bambini. Le garanzie offerte per la navigazione
protetta e la ricchezza dei programmi scelti per scopi didattici sono
rassicuranti e di stimolo per la creatività dei singoli bambini e per
le loro famiglie. I Dirigenti scolastici hanno appoggiato con
entusiasmo l'iniziativa.



Dario Zucchini:

Osservando i ragazzi delle primarie
in azione con i JumPC mi sono reso conto che i fanciulli, in quanto
nativi digitali, sono effettivamente decisamente più evoluti di come la
società degli adulti li dipinge. Basterebbe spingere seriamente in
avanti lo studio delle scienze e delle tecnologie e avremmo un mondo di
scienziati quindicenni. A 18 anni però è innegabile che non hanno più
lo stesso entusiasmo per il mondo e per la scoperta e la spiegazione è
una sola: tre anni di scuola media più altri cinque di scuola superiore
senza mai vedere un laboratorio, sempre a ripetere le stesse cose e con
curricoli obsoleti sono probabilmente il modo migliore per annientare
la forza di volontà di chiunque!

























Quali obiettivi vi ponete per il prossimo anno scolastico?





Paola Limone:

Il
progetto "Un PC per ogni studente" intende proseguire il prossimo anno
scolastico aumentando il numero di scuole coinvolte. Le scuole
piemontesi interessate alla sperimentazione possono compilare un questionario online
per segnalare la loro candidatura per partecipare all'eventuale
edizione 2009-2010. Si accettano anche idee e proposte progettuali
propedeutiche all'introduzione dei PC nelle classi.



Dario Zucchini:

Estendere
il numero di classi coinvolte nella sperimentazione, raccogliere buone
idee per utilizzare il computer al meglio in classe e migliorare
ulteriormente la configurazione “perfetta” senza la quale è inutile
spedire i computer nelle classi.

Ulteriori informazioni sono disponibili qui





Scuole: partner del futuro




Con questo motto il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Federale Tedesca ha dato vita a un'iniziativa tesa a promuovere la lingua tedesca nel sistema educativo di altri Paesi.

L'iniziativa è finalizzata alla costruzione di una rete mondiale di scuole partner per promuovere nei giovani l'interesse per la Germania moderna, la sua società e la sua lingua.
1000 scuole dovranno fare parte di questa rete curata dalle due organizzazioni intermediarie, la Zentralstelle für das Auslandsschulwesen (Ufficio Centrale per i Rapporti con le Scuole Estere) e il Goethe-Institut.

In Italia, nel panorama del sistema scolastico-educativo, il Goethe-Institut si occuperà di tre scuole partner. Il Goethe-Institut coordinerà queste scuole e le sosterrà nella preparazione e nello sviluppo della loro offerta nell'ambito dell'insegnamento della lingua tedesca.

Il Goethe-Institut si occuperà in particolare di:

* Borse di studio da assegnare ad alunni e alunne per la frequenza di corsi di lingua in Germania
* Progetti e attività per alunne e alunni riguardanti l'insegnamento del tedesco/la Germania
* Dotazione di attrezzature e materiali per l'insegnamento della lingua tedesca
* Piattaforma di studio e pagina web interattiva per alunni
* Corsi di aggiornamento per insegnanti in Italia e borse di studio inerenti corsi di aggiornamento in Germania

Da parte loro, le scuole partner sono invitate a prendere in considerazione i seguenti punti:

* La scuola è attiva nell'ambito dell'insegnamento integrato della lingua tedesca o nell’ambito CLIL o si occupa di altri innovativi progetti pedagogici che possono essere sostenuti da quest’iniziativa.
* La scuola è disponibile a cooperare nell'ambito dell'iniziativa con le Scuole Medie all’interno del territorio in cui opera.
* La scuola sostiene l’organizzazione di corsi di aggiornamento e di attività scolastiche nell'ambito di quest'iniziativa.
* Sussiste la disponibilità di cooperare con un collaboratore del Goethe-Institut esperto nell'insegnamento della lingua tedesca.

Contatto: Doris Martorana
Goethe-Institut Rom
Via Savoia 15 00198 Roma
tel. +39 06 84400536
Mail didattica3@rom.goethe.org


http://www.goethe.de/Ins/it/lp/lhr/prj/psc/itindex.htm

Link utili: Scuole: partner del futuro U.R.L. ( http://www.pasch-net.de/ )