I PERCORSI DI FLESSIBILITA'
Della scuola
Del sistema
Per affrontare le difficoltà
Per promuovere le eccellenze
Della scuola
Attraverso il Piano dell'offerta formativa l'autonomia costruisce le condizioni giuridiche, organizzative, professionali e di relazione per rendere flessibile l'attività educativa e per migliorarne così l'efficacia.
La flessibilità consente infatti di articolare il rapporto tra chi insegna e chi impara in forme non rigide e, quindi, di modellare la didattica sui modi e sui tempi di apprendimento dei giovani.
Tra le forme di flessibilità che le scuole possono adottare il Regolamento cita:
• l'articolazione modulare dell'orario annuale di ciascuna disciplina e attività
• la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione degli spazi orari residui
• l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche per alunni in situazione di handicap
• l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso
• l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.
A queste si deve aggiungere la possibilità di realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo e quella di decidere le discipline e le attività di una parte del piano di studio obbligatorio.
L'insieme dei meccanismi di flessibilità che ciascuna scuola può inserire nel suo Piano dell'offerta formativa, e in particolare l'articolazione modulare del monte ore annuale delle discipline e dei gruppi di alunni, consentono di rispondere alle esigenze dei singoli allievi con maggiore efficacia rispetto al passato. I tempi dell'insegnamento possono essere infatti combinati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• specifici percorsi di
- accoglienza
- continuità
- orientamento e/o riorientamento
• fasi di insegnamento intensivo seguite da altre di appoggio
• attività laboratoriali pluridisciplinari
• diminuzione del numero delle discipline mediante la concentrazione del loro monte ore annuale in un solo quadrimestre.
In tal modo l'anno scolastico non è più l'unica unità di misura per programmare le fasi dell'insegnamento e dell'apprendimento.
A loro volta i gruppi di alunni possono essere articolati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• gruppi più grandi per le lezioni frontali
• gruppi più piccoli per le esercitazioni, il sostegno, il recupero, l'approfondimento
• gruppi temporanei di livello e/o di riallineamento
• gruppi di laboratorio
• gruppi per le discipline opzionali
• gruppi per le discipline facoltative
In tal modo la classe - che comunque non viene abolita e continua a rispondere al principio dell'integrazione di ciascun alunno - non è più l'unità di misura unica per organizzare i gruppi di apprendimento.
Del sistema
L'intero sistema di istruzione e formazione diviene più elastico per mettere i giovani in condizione di costruire piani di studio pienamente aderenti ai loro progetti di vita.
L'innalzamento dell'obbligo di istruzione, l'introduzione dell'obbligo formativo a diciotto anni e le nuove norme sulla formazione professionale e l'apprendistato hanno infatti delineato un vero e proprio sistema formativo integrato.
Gli studenti delle scuole superiori possono così spaziare tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro componendo percorsi che realizzano le loro capacità e attese.
In particolare, attraverso specifici interventi di orientamento e riorientamento, le scuole possono
• agevolare, se necessario, il passaggio degli studenti dall'uno all'altro degli indirizzi della scuola secondaria superiore (è il cosiddetto sistema delle passerelle)
• organizzare percorsi anche integrati di istruzione e formazione
- nel sistema dell'istruzione scolastica
- nel sistema della formazione professionale di competenza regionale
- nell'esercizio dell'apprendistato.
L'introduzione dell'obbligo formativo fino a diciotto anni ha infatti modificato profondamente i rapporti tra istruzione e formazione professionale e, per questo motivo, anche quelli tra le scuole e i Servizi per l'impiego (i quali ultimi hanno di recente sostituito i vecchi Uffici di collocamento).
Il D.P.R. 12 luglio 2000, n. 257 prevede infatti, in primo luogo, una azione coordinata tra istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale e Servizi per l'impiego volta a un'efficace opera di informazione e orientamento dei giovani. Inoltre esso stabilisce che "le conoscenze, competenze e abilità acquisite nel sistema della formazione professionale, nell'esercizio dell'apprendistato, per effetto dell'attività lavorativa o per autoformazione, costituiscono crediti per l'accesso ai diversi anni dei corsi di istruzione secondaria superiore".
I ragazzi in questo modo non perdono nulla di ciò che hanno capitalizzato nei loro percorsi di apprendimento. Naturalmente queste conoscenze, competenze e abilità devono ottenere di volta in volta il carattere ufficiale di veri e propri cre-diti. Per questo il D.P.R. 257/2000 disciplina la loro valutazione da parte di "apposite commissioni costituite, all'inizio di ciascun anno scolastico [...] presso le singole istituzioni scolastiche interessate o reti delle medesime istituzioni. Le commissioni sono composte da docenti designati dai rispettivi collegi dei docenti coadiuvate da esperti del mondo del lavoro e della formazione professionale tratti da elenchi predisposti dall'amministrazione regionale".
Con le nuove norme sull'obbligo formativo le scuole possono progettare percorsi formativi integrati da realizzare in convenzione con agenzie di formazione professionale o con altri soggetti, pubblici e privati, che abbiano le stesse caratteristiche. Si tratta di percorsi destinati a potenziare le capacità di scelta degli alunni e a consentire i passaggi tra il sistema di istruzione e quello della formazione professionale.
L'articolo 7 del D.P.R. 257/2000 definisce le tipologie fondamentali di questi percorsi integrati:
a. percorsi con integrazione curricolare realizzati sulla base di accordi con le Regioni e le Province, eventualmente personalizzati in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali, in esito ai quali si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e una qualifica professionale. La realizzazione di questa tipologia di percorsi è consentita dal comma 5 dell'art. 8 del Regolamento dell'Autonomia;
b. percorsi con arricchimento curricolare, realizzati cioè con l'aggiunta al curricolo di discipline e attività facoltative. Anche questa tipologia di percorsi richiede accordi con le Regioni e gli Enti locali e si avvale del supporto normativo del regolamento dell'Autonomia, in particolare del comma 2 dell'art. 9. In esito a questi percorsi si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e la certificazione di crediti spendibili nella formazione professionale.
Anche con questo tipo di integrazione la flessibilità del sistema consente di rispondere con efficacia ai problemi - diversi tra loro, ma ugualmente importanti - posti dal sostegno alle difficoltà e dalla promozione delle eccellenze.
Per affrontare le difficoltà
Nel Piano dell'offerta formativa ciascuna scuola mette a punto e descrive gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a rispondere alle difficoltà di apprendimento o ad altri disagi degli alunni. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare
• moduli di allineamento, paralleli a quelli delle varie classi, indirizzati a piccoli gruppi nei quali gli allievi, oltre a proseguire il normale programma di studio, sono guidati a lavorare sulle carenze individuali
• discipline e attività nelle quali gli alunni possono ottimizzare l'uso delle proprie capacità
• moduli di passaggio da un indirizzo a un altro della scuola superiore
• moduli di passaggio dal sistema di istruzione a quello della formazione professionale
• moduli di riallineamento per chi rientra nel sistema di istruzione.
Per promuovere le eccellenze
Nel Piano dell'offerta formativa ogni scuola definisce e illustra gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a promuovere il pieno sviluppo della personalità degli alunni e a valorizzarne le potenzialità. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare o nella quota facoltativa del curricolo
• moduli di approfondimento per gruppi di eccellenza
• moduli di riorientamento per la scoperta di specifiche vocazioni
• discipline e attività destinate a costruire crediti formativi aggiuntivi.
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/definisce/default.htm
domenica 21 dicembre 2008
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