lunedì 23 giugno 2008
PROPOSTA PER UNA SCUOLA PARTECIPATA DAI GENITORI.
La dura presa di posizione del Portavoce dei Piccoli Comuni, Virgilio Caivano, sulla necessità di una scuola di qualità con un ruolo da protagonista per i genitori, ritenuti dal Portavoce di Piccoli Comuni, i veri azionisti di maggioranza della scuola pubblica, ha suscitato un grande interesse e sabato è stata ricevuta dal leader di Piccoli Comuni una delegazione di "genitori organizzati" della Puglia, Campania, Basilicata e Molise, per approfondire meglio le tematiche in campo.
L’Associazione “Genitori in movimento” ha inoltre inviato al Portavoce dei Piccoli Comuni una proposta utile per una scuola partecipata. Una proposta che il Coordinamento dei Piccoli Comuni ha deciso di rilanciare sulla rete per aprire una riflessione concreta ed efficace.
Genitori in movimento chiedono:
• Formazione delle rappresentanze affinché qualsiasi Patto si realizzi tra soggetti “pari” e consapevoli e rinnovi lo stimolo alla partecipazione quale espressione di cittadinanza attiva;
• Piena applicazione, difesa e valorizzazione della collegialità attraverso la previsioni di meccanismi in grado di rafforzare la cogenza delle norme, riconoscendo alla scuola il valore di comunità che si fonda sull’apporto di tutte le sue componenti;
• Riconoscimento dei Comitati Genitori, in quanto stimolo alla partecipazione, quale organo collegiale non potenziale ma ordinario, attraverso una norma che ne disciplini la costituzione ed le regole generali di funzionamento, con funzioni consultive e propositive, creando altresì meccanismi di continuità;
• Attuazione delle procedure di autovalutazione attraverso meccanismi di cogenza con il coinvolgimento del collegio dei docenti aperto ai rappresentanti di classe e/o al comitato genitori e l’utilizzo di una “lista di controllo delle attività della scuola” quale verifica del corretto funzionamento organizzativo;
• Sottoscrizione del “contratto formativo” elaborato attraverso commissioni miste e ampiamente condiviso che preveda e garantisca gli standard massimi e minimi di apprendimento;
• Creazione di una banca dati delle rappresentanze con particolare riguardo ai presidenti quale strumento per favorire il collegamento;
• Istituzione dello Statuto e delle Consulte dei genitori in quanto parti della comunità scolastica al pari degli studenti ai quali tali strumenti sono riconosciuti ma anche in virtù del loro ruolo di tutela piena degli alunni dalla scuola dell’infanzia sino alla scuola secondaria di primo grado e condivisa con gli studenti nella scuola secondaria di secondo grado. Ingiustificabile limitazione questa anche nell’ottica della continuità scuola/scuola, Scuola/università; Scuola formazione professionale. Infatti è proprio nel momento del passaggio dalla secondaria di 1^ a quella di 2^ grado che si segnala il maggior numero di bocciature e un incremento del tasso di dispersione e laddove serve la territorialità nell’uscita da un ciclo e l’ingresso in un altro, ed occorre l'orientamento in uscita che non sia mera informazione sulle scuole di un ambito territoriale.
• Rinnovo degli organi collegiali territoriali per la indiscussa centralità del territorio, che certo non può realizzarsi con la semplice previsione della partecipazione (ipotetica) di rappresentanti degli Enti Locali all’interno dei consigli di circolo o di istituto, ma che passi attraverso anche l’istituzione di Forum permanenti della formazione e informazione, all’interno degli stessi ambiti, auspicabilmente coincidenti con quelli del lavoro, aperti a tutte le componenti della scuola ed alla partecipazione consultiva di agenzie ed associazioni quale sviluppo naturale di un Osservatorio dei Bisogni Formativi (con compiti tecnici e istituzionali più precisi) per assicurare un’azione di collegamento-coordinamento attraverso incontri, attività di formazione e informazione e favorire quel dialogo che al momento manca, difettando altresì dei luoghi fisici di incontro e cooperazione. Le questioni come quelle dei debiti formativi o del patto educativo di corresponsabilità non possono risolversi senza una condivisione tra le componenti.
La politica italiana - sostiene il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano - ha il dovere di dare risposte concrete alla urgenza di riforma dal basso della scuola come luogo di crescita della società. Una sfida alta che deve coinvolgere le famiglie, i media, l’economia e il sindacato. Una sfida epocale nel tempo del ferro e dei pensieri corti occorrono lungimiranza politica, passione civile e orizzonti valoriali di alto profilo etico.
http://garganopress.net/modules/news/article.php?storyid=8806
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